Le Cascate Vittoria si trovano nell’Africa australe, lungo il corso del fiume Zambesi, esattamente nel punto che delinea il confine geografico tra Zambia e Zimbabwe. La maestosità delle cascate è data dal fatto che il fronte è lungo più di un chilometro e mezzo, mentre la loro altezza media è di 108 metri. La loro particolarità è dovuta alla geografia del luogo nel quale sorgono, una gola profonda e stretta che permette di ammirare tutto il fronte della cascata dall’altra sponda.
La scoperta
Il primo occidentale a visitare le cascate il 17 novembre 1855 fu David Livingstone, il celebre esploratore scozzese, il quale, esercitando l’antico diritto d’ogni esploratore, diede loro il nome dell’allora Regina d’Inghilterra, ovvero la Regina Vittoria. Le cascate tuttavia erano già note tra le popolazioni locali con il nome di Mosi-oa-Tunya, espressione che significa il fumo che tuona.
Lo Zambesi, infatti, precipita in uno stretto dirupo largo circa 120 metri e la grande massa d’acqua, cadendo nel dirupo, genera una nebbia di gocce d’acqua che può salire anche a oltre 1.000 metri di altezza, ed è visibile da una distanza di alcune decine di chilometri.
Sono rimaste famose le parole che Livingstone utilizzò per descrivere le cascate: “Nessuno può immaginare la bellezza della vista rispetto a qualsiasi cosa sia stata vista in Inghilterra. Non era mai stata vista prima da occhi europei, ma scene così belle devono essere state osservate dagli angeli nel loro volo”.
Nel 1860, Livingstone tornò nella zona e fece uno studio dettagliato delle cascate con John Kirk. Fu invece l’esploratore ceco Emil Holub, che fece il primo piano dettagliato delle cascate e dei suoi dintorni nel 1875 e l’artista britannico Thomas Baines, che eseguì alcuni dei primi dipinti delle cascate. Fino a quando l’area non fu resa più accessibile dalla costruzione della ferrovia nel 1905, tuttavia, le cascate furono raramente visitate da altri europei.
La struttura delle cascate Vittoria
A monte delle cascate il fiume scorre lungo un altopiano piatto che si estende per centinaia di chilometri, ed è costellato di numerose isolette coperte di vegetazione, il cui numero incrementa man mano che ci si avvicina alle cascate. Queste si formano nel momento in cui il fiume precipita in una voragine, larga circa 1700 metri e profonda circa 120 metri. Sul limite del precipizio vi sono numerose isolette che dividono il flusso dell’acqua e formano quattro cascate. In particolare sono due le isole sulla cresta delle cascate che sono abbastanza grandi da dividere la cortina d’acqua anche durante il periodo di piena: l’isola di Boaruka (o isola della cataratta) vicino alla sponda occidentale e l’isola di Livingstone vicino al centro, il punto da cui Livingstone vide per la prima volta le cascate. I corsi d’acqua principali sono denominati, nell’ordine dallo Zimbabwe allo Zambia: la Cataratta del Diavolo (conosciuta anche come la Leaping Water) larga circa 35 metri, le Cascate Principali di circa 460 metri di larghezza, le Cascate dell’Arcobaleno (le più alte) per una larghezza intorno ai 530 metri e la Cataratta Orientale.
L’unica via d’uscita dal baratro in cui cadono le acque è uno stretto canale che si apre nella parete di fronte, un canale largo circa 30 metri, dove l’intero volume del fiume si riversa in esso per proseguire poi lungo una serie di gole a zig-zag che si sviluppano per una lunghezza di diversi chilometri prima di uscire fuori dall’altopiano basaltico.
Comunemente, le gole vengono indicate in questo modo: la Prima Gola, ovvero la gola che l’acqua incontra subito dopo il salto di oltre 100 metri. La Seconda Gola, situata a circa 250 metri dalle cascate e lunga 2 km, si trova sotto il Victoria Falls Bridge dove si assiste al fenomeno della “Boiling pot” ovvero la pentola che bolle. Si incontra quindi la Terza Gola, lunga circa 2 km e al suo interno si trova la centrale idroelettrica delle Cascate Vittoria. Si prosegue verso la Quarta Gola, lunga più di 2 km e la Quinta Gola, lunga 3,2 km. Infine, si raggiunge la sesta gola, nota anche come la gola di Songwe, situata a più di 5 km dalle Cascate Vittoria e lunga 3,3 km; prende il nome dal fiume Songwe che proviene dal Nord-Est; il fiume Zambesi qui è più profondo che altrove, mentre le pareti rocciose sono alte 140 metri.
Quando andare
Il periodo migliore per visitare le cascate Vittoria va da giugno ad agosto, durante la stagione secca fresca, ovvero quando il fiume Zambesi è in una fase intermedia tra la piena e la secca. Nel mese di aprile e maggio, inoltre, quando la piena del fiume raggiunge il suo massimo, sebbene il fragore della cascata è alto e il volume dell’acqua che precipita è impressionante, non è possibile vedere perfettamente alcune parti delle cascate a causa degli spruzzi e della nebbia da essi prodotta ed è dunque difficile fotografarle bene.
La stagione secca calda (da settembre a fine ottobre), oltre ad avere temperature abbastanza alte, coincide con una minore portata del fiume, per cui le cascate si dividono in diversi rivoli e lo spettacolo naturale, per quanto sempre affascinante, è decisamente meno imponente. Durante la stagione delle piogge (da novembre a fine marzo) inoltre, il rischio di incappare in qualche acquazzone tropicale è piuttosto elevato.
Le cascate fanno parte di due parchi nazionali, il Parco nazionale Mosi-oa-Tunya nello Zambia e il Parco nazionale delle Cascate Vittoria nello Zimbabwe; rientrano entrambi all’interno della più grande Area di conservazione transfrontaliera Okavango-Zambesi. Oggi rappresentano non solo una delle attrazioni turistiche più importanti dell’intera Africa australe ma sono anche patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO.
Oggi purtroppo, la principale minaccia alle cascate Vittoria ha un nome ben preciso: cambiamento climatico. L’aumento delle temperature e le ondate di calore sempre più prolungate e intense (con temperature che possono sfiorare perfino i 50 gradi) rischiano infatti di prosciugarle nella stagione secca. Fecero il giro del mondo le impressionanti fotografie scattate nel dicembre 2019, quando la portata del fiume Zambesi si ridusse di oltre il 50% a causa dell’eccezionale siccità e le cascate Vittoria ridotte praticamente a una nuda parete rocciosa. Un problema che non minaccia soltanto il turismo, ma che mette in pericolo anche la sopravvivenza degli animali e il sistema di approvvigionamento idrico ed energetico dell’intera regione.
Curiosità delle Cascate Vittoria
“Boiling Pot”
Alla fine della prima gola, il fiume ha formato una laguna profonda chiamata Boiling Pot (Pentola che bolle o pentola bollente). Ampia circa 150 metri, durante la stagione secca la superficie dell’acqua è liscia e il fiume scorre tranquillo, mentre quando il fiume è in piena l’acqua in questo punto è tumultuosa e forma grandi mulinelli e si presenta come un’enorme pentola di acqua che bolle.
E’ possibile scendere fino a questo punto, alla riva del fiume; dal lato dello Zambia c’è un sentiero che scende lungo la parete e permette di arrivare proprio di fronte alla Boiling Pot. Non è raro trovare qui alcuni” oggetti” caduti accidentalmente nel fiume lungo il suo corso: a volte sono stati avvistati ippopotami o coccodrilli che, incuranti del pericolo, si sono avvicinati troppo al bordo delle cascate e sono caduti in basso. Come il fiume esce dal Boiling Pot, il canale gira velocemente verso ovest ed entra nella prima delle gole a zig-zag per continuare il suo percorso.
Piscina del diavolo
Devil’s Pool, la Piscina del Diavolo, è un piccolo bacino naturale che si affaccia a strapiombo sul bordo delle cascate Vittoria. Si tratta di uno dei luoghi più spettacolari al mondo: in questa piscina naturale, che si getta nel vuoto per un’altezza di 100 metri, si può provare il brivido di fare il bagno arrivando al margine estremo della cascata senza correre il rischio di precipitare. Protetti soltanto da una barriera di roccia, l’accesso è consentito unicamente durante la stagione secca,che va tra Agosto fino a Dicembre, quando la portata del fiume si riduce notevolmente.
Sotto la supervisione di guide esperte del luogo, e con una corda di sicurezza, che impedisce di essere trascinati via dalla corrente, si può nuotare nella piscina del diavolo, affacciarsi sul precipizio e ammirare il maestoso spettacolo delle cascate Victoria dall’alto. Un’esperienza da brivido, riservata unicamente ai turisti più temerari.
Victoria Falls Bridge
Il Victoria Falls Bridge attraversa il fiume Zambesi in prossimità delle Cascate Vittoria ed è stato costruito sopra la seconda gola a valle delle cascate. Il fiume Zambesi costituisce la linea di frontiera tra lo Zambia e lo Zimbabwe pertanto il ponte funge da collegamento tra i due paesi e le città di Livingstone,in Zambia, e Victoria Falls, in Zimbabwe: per questo motivo, alle due estremità del ponte ci sono i rispettivi posti di frontiera. Ad oggi è l’unico ponte ferroviario che unisce i due paesi, mentre è uno dei pochi ponti accessibili alle auto dell’intero fiume Zambesi.
Il ponte misura complessivamente 198 metri, ha un solo arco parabolico lungo 156,5 metri, senza piloni di sostegno e si trova ad un’altezza di 128 metri. Il Victoria Falls Bridge è frutto dell’ingegno di Cecil Rhodes ed era parte del suo progetto colossale, e mai realizzato completamente, di collegare con la ferrovia Città del Capo nell’odierno Sudafrica al Cairo in Egitto.
Cecil Rhodes chiese espressamente che il ponte fosse costruito “dove i treni, quando passano, vengano colpiti dagli spruzzi della cascata”. In realtà, Rhodes, non solo non visitò mai le Cascate Vittoria, ma non riuscì nemmeno a vedere realizzata la sua opera poiché morì prima che la costruzione del ponte ebbe inizio.
Il ponte comunque venne costruito in Inghilterra e poi venne spedito via nave lungo le coste del Mozambico, da qui venne portato a destinazione utilizzando la linea ferroviaria appena costruita.
Per più di 50 anni il ponte venne percorso dai treni passeggeri che collegavano l’allora Rhodesia del Nord, l’attuale Zambia, agli altri paesi dell’Africa Meridionale, come la Rhodesia del Sud, l’attuale Zimbabwe, e l’Unione Sudafricana, l’attuale Sudafrica. In seguito all’autoproclamazione dell’indipendenza da parte della Rhodesia del Sud e alla guerra civile che ne conseguì, il ponte venne chiuso diverse volte negli anni successivi a questi eventi; venne riaperto in modo permanente solo nel 1980.
Oggi, oltre a collegare nuovamente i due paesi confinanti, è divenuto anche un’attrazione per i turisti per diversi motivi: dalla sommità del ponte si può godere di una vista mozzafiato della gola sottostante con il fiume Zambesi che scorre impetuoso tra le pareti rocciose. Il ponte si trova, infatti, a oltre 120 metri sopra il fiume e la vista è decisamente mozzafiato. E’ possibile anche partecipare a una visita guidata che illustra le tappe della costruzione del ponte e consente l’accesso a una passerella sotto la campata del ponte per una passeggiata da brivido; inoltre, per gli amanti dell’adrenalina, è possibile praticare bungee jumping oppure attraversare la gola, da una estremità all’altra, con la zip-line.
Arcobaleno lunare
L’arcobaleno lunare è un raro fenomeno ottico, analogo all’arcobaleno, ma prodotto dalla luce riflessa dalla superficie della Luna invece che dalla luce solare diretta. Gli arcobaleni lunari sono relativamente deboli, a causa della minore quantità di luce riflessa ed appaiono sempre nella parte opposta del cielo rispetto alla posizione della luna. È possibile osservare un arcobaleno lunare generalmente in corrispondenza delle cascate, dove le goccioline di acqua in sospensione lanciate dagli spruzzi e dai getti permettono di disperdere la luce riflessa dalla Luna.
Le condizioni atmosferiche devono essere ottime, la Luna deve essere piena e il cielo deve essere scuro in modo tale da poter osservare la debole luce dell’arco lunare. Tipicamente sono osservati al meglio poco dopo il tramonto o poco prima dell’alba. In luoghi particolari, come nelle cascate Vittoria, le condizioni favorevoli affinché un arcobaleno lunare si verifichi possono essere previste in base a calcoli astronomici, permettendo di determinare le date e la posizione in cui è possibile osservare questo fenomeno.